Mostra/laboratori/incontri/

Torri dell'acqua - BudrioPiù di 400 visitatori dal 3 marzo all'8 giugno 2024Coinvolte le scuole, le insegnanti del territorio e Lorenza Servetti:
  • 13 classi della Scuola primaria di Budrio "Fedora Servetit Donati"
  • 1 classe della Scuola primaria di Vedrana
  • 7 classi della Scuola media di Budrio "Quirico Filopanti"


Un progetto promosso e realizzato dal Comune di Budrio
A cura di Luisa Cigognetti e Lorenza Servetti
Con il contributo scientifico del Centro ‘Gina Fasoli’ per la storia delle città Università di Bologna

Mostra/laboratori/incontri/

Torri dell'acqua - BudrioProrogata fino al 24 maggio 2024
  • La mostra sarà visitabile nelle giornate di apertura delle Torri dell'Acqua (Festival dell’Ocarina, Primaveranda, Una Notte ai Musei, singoli spettacoli ed eventi)
  • oppure su prenotazione scrivendo a cultura@comune.budrio.bo.it


Un progetto promosso e realizzato dal Comune di Budrio
A cura di Luisa Cigognetti e Lorenza Servetti
Con il contributo scientifico del Centro ‘Gina Fasoli’ per la storia delle città Università di Bologna

Con il patrocinio di:

Con il contributo di:

Lavita/


"Il vero luogo natio è quello dove per la prima volta si è posato uno sguardo consapevole su se stessi: la mia prima patria sono stati i libri."(Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano) "Mi ritrovo in queste parole; le desidererei sulla mia tomba". Così Fedora scriveva nei suoi diari.

Lascuola/


Ancora oggi, dopo tanti anni, quando mi capita di passare davanti al palazzo delle scuole elementari di Budrio, mi torna viva alla mente l'emozione che provai nella lontanissima infanzia, il primo giorno di scuola, trovandomi di fronte a questo straordinario edificio. Non potevo immaginare che quel grande fiorito palazzo avrebbe segnato per me, come una pietra miliare, l'inizio della mia passione per lo studio, che ha dato scopo e colore a tutta la mia vita. Qui trovai la mia strada, incominciai la mia vita. Fedora Servetti Donati, Le scuole comunali di Budrio e la loro origine. Ricordi di un'antica scolara,1999.

I campi, le strade,le acque, le pietre/


La storia di Budrio e del suo territorio non è narrata solo dai documenti che ho ritrovato negli archivi, ma la possiamo leggere anche nella sua pianura, nella struttura dei campi, nelle strade, nelle cavedagne, negli scoli che spesso ripetono i cardini e i decumani della centuriazione romana; nelle coltivazioni e nel loro mutare attraverso i secoli ed anche nelle sue case e nei nomi delle sue vie: ogni pietra e ogni strada è un documento. Fedora Servetti Donati, Budrio nelle pietre, in "Carrobbio"1975.

Le comunità, le forme associative,le idee/


Spesso i toponimi della campagna, dove le mutazioni sono meno frequenti che nei centri urbani, rispecchiano la realtà antica del paesaggio e sono evocatori di eventi lontani e di un mondo scomparso. Cosi è per il nome Boscosa, mantenuto oggi da una strada e da una tenuta del Molinellese, in una zona che per otto secoli appartenne alla Comunità di Budrio e fu il nucleo primigenio di quell'istituzione che fino all'Ottocento era un quid unum col Comune stesso. Fedora Servetti Donati, Budrio, storie, luoghi, tradizioni e personaggi. Articoli1979-1997, Costa ed., Bologna, 2024.

Storie di gente che non ha storia/


Quanti fra i nostri giovani sanno che cosa faceva al garzulèr (cardatore della fibra della canapa)? O al pilarén (colui che nel brillatoio mondava il riso o altro cereale), o al sulfanèr (il cenciaiolo)? O conosce l'origine dei soprannomi che, fino agli anni Cinquanta, accompagnavano quasi sempre il nome proprio? Dietro la parola c'è l'uomo, l'oggetto del suo mestiere, della sua professione; c'è la situazione sociale, politica: attraverso la storia delle parole si può risalire alla storia della gente che le usava.

Fedora, da una conversazione al teatro Consorziale, 10 maggio 1996, "Dialetto e dialetti a Budrio. Tradizioni, memorie, canti".

Il patrimonio storico e artistico/


La passione per la ricerca storica ha avuto per me, fino dagli inizi, lo scopo di far conoscere - in particolare ai giovani- la realtà antica e meno antica del nostro centro e del suo territorio, le sue trasformazioni nei secoli e aspetti e vicende della comunità: far conoscere e far amare, e quindi difendere e mantenere il patrimonio prezioso che ci è stato tramandato, in cui è il segno delle nostre origini e della nostra identità.

Dal discorso di Fedora alla consegna del "Premio città di Budrio", 1995